Bonus colonnine per imprese e professionisti

Invitalia ha pubblicato sul proprio sito le Faq sul bonus colonnine per imprese e professionisti, in occasione della riapertura dei termini del 15.03.2024, fissati dal Ministero per la presentazione delle domande che potranno concorrere alla ripartizione dei restanti 70 milioni di euro ancora disponibili. Per accedere al contributo a fondo perduto pari al 40% della spesa per l’acquisto e l’installazione di infrastrutture di ricarica di veicoli elettrici occorrerà fare attenzione al budget di spesa ammissibile. Mentre le imprese possono beneficiare del bonus anche per le spese superiori a 375.000 euro, tale limite non può invece essere superato dai professionisti (se interessati ad ottenere il contributo). Per i soggetti che applicano il regime forfetario il costo delle colonnine di ricarica non potrà essere superiore a 20.000 euro. In ogni caso per essere ammissibili le spese, che possono riguardare l’acquisto e le l’installazione delle colonnine, gli impianti elettrici, le opere edili strettamente necessarie, gli impianti e i dispositivi per il monitoraggio, dovranno risultare sostenute e documentate a partire dal 4.11.2021

Informativa sindacale per fringe benefit

L’Agenzia delle Entrate, con la circolare 5/E/2024, ha fornito indicazioni sull’innalzamento per il 2024 dell’esenzione dei fringe benefit e sulla riduzione al 5% dell’imposta sostitutiva per i premi di produttività ex art. 1, cc. 16 e 17 L. 213/2023. Il dipendente, per fruire dell’esenzione fino a 2.000 euro, deve dichiarare al datore di avervi diritto, indicando il
codice fiscale del figlio o dei figli fiscalmente a carico. Il datore provvede all’attuazione del nuovo regime previa informativa alle rappresentanze sindacali unitarie, ove presenti. L’adempimento era previsto anche per il 2023 ma, come nei precedenti documenti di prassi (circolare n. 23/E/2023), l’Amministrazione non chiarisce se l’inadempimento di tale onere implichi il recupero a tassazione dei valori erogati ai dipendenti, con la conseguente applicazione delle relative sanzioni. Mancano indicazioni sulle ulteriori ipotesi come, ad esempio, l’assenza di Rsu.

Comunicazione delle erogazioni liberali

Fino al 4.04.2024 è possibile inviare all’Agenzia delle Entrate la comunicazione delle liberalità effettuate da persone fisiche tramite mezzi tracciabili che consentono di fruire di agevolazioni fiscali in forma di deduzione o detrazione. L’adempimento riguarda Onlus, Ets con ricavi o entrate superiori a 220.000 euro, nonché fondazioni e associazioni riconosciute aventi per scopo statutario la tutela, promozione e valorizzazione dei beni di interesse artistico, storico e paesaggistico ovvero lo svolgimento/promozione di attività di ricerca individuate con apposito decreto. Al riguardo, si segnala che dal periodo di imposta successivo all’autorizzazione Ue sui nuovi regimi fiscali previsti dalla riforma del Terzo settore, l’adempimento riguarderà tutti gli Ets iscritti nel Registro unico, senza soglia di entrate. Oggetto della comunicazione è il codice fiscale dei donatori continuativi, ossia di quei soggetti che vantano una fidelizzazione con l’ente, nonché delle persone fisiche il cui codice fiscale risulti dal versamento della liberalità. L’Agenzia delle Entrate ha precisato che, in caso di donazione effettuata mediante carta di credito, laddove i dati dell’intestatario non coincidano con quelli dell’effettivo donatore l’agevolazione spetterà a chi ha effettivamente sostenuto l’onere. Invece, qualora la liberalità provenga da un conto cointestato, l’erogazione dovrà essere divisa al 50% tra i titolari e la comunicazione riguarderà i dati di entrambi i cointestatari, salvo che, in base ai documenti e alle informazioni disponibili, non sia possibile individuare il singolo donatore. Ai fini della trasmissione fa fede la data di effettuazione della donazione e non quella di accredito della stessa sul conto dell’ente.

Cartelle dilazionate in 120 rate per difficoltà economica

L’art. 12 del decreto legislativo di riforma del sistema nazionale della riscossione, approvato l’11.03.2024 in prima lettura dal consiglio dei Ministri introduce il nuovo comma 1.3 nell’art. 19 D.P.R. 602/1973, secondo cui spetterà al Ministero dell’Economia, attraverso la pubblicazione di un apposito decreto, l’individuazione delle modalità di applicazione e della documentazione necessaria per accedere ai nuovi piani di dilazione “lunghi” fino a 120 rate per i soggetti in temporanea difficoltà economica. Al comma 1.3 è inoltre stabilito che il Mef dovrà individuare particolari eventi al ricorrere dei quali la temporanea situazione di obiettiva difficoltà è considerata in ogni caso sussistente anche nelle ipotesi in cui sarebbe precluso l’accesso alla dilazione con l’applicazione dei parametri “standard” ovvero quelli basati sull’Isee per le persone fisiche e i titolari di ditte individuali in regimi fiscali semplificati, e sull’indice di liquidità e l’indice alfa per gli altri soggetti.

Maxisanzione per il lavoro nero – Novità del DL 19/2024 (c.d. DL “PNRR”)

Con l’art. 29 del DL 19/2024 (DL PNRR) viene disposto, a decorrere dal 2.3.2024, un sensibile incremento della “maxisanzione” per il lavoro nero.
Sul punto, si ricorda che l’impiego di lavoratori privi di regolare assunzione (c.d. “lavoro nero”) è punito dall’art. 3 co. da 3 a 5 del DL 12/2002 e, al ricorrere di tale ipotesi, la disciplina sanzionatoria previgente il DL 19/2024 prevedeva l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria con un importo variabile da 1.800 a 10.800 euro per ciascun lavoratore irregolare, in caso di impiego sino a 30 giorni di effettivo lavoro, da 3.600 a 21.600 euro da 31 e sino a 60 giorni di effettivo lavoro e da 7.200 a 43.200 euro oltre 60 giorni di effettivo lavoro.
Tali importi erano già frutto di un primo aumento, pari al 20%, previsto dall’art. 1 co. 445 lett. d) numero 1) della L. 145/2018.
Ora, con l’art. 29 co. 3 del DL 19/2024, tale percentuale è stata elevata al 30%, mentre resta sempre valido il raddoppio delle maggiorazioni se nei 3 anni precedenti, il datore di lavoro sia stato destinatario di sanzioni amministrative o penali per i medesimi illeciti.
Inoltre, se l’impiego in “nero” riguarda minori, extracomunitari clandestini o soggetti beneficiari dell’assegno di inclusione o del supporto per la formazione, le sanzioni base aumentano del 20%.

Predisposizione del bilancio 2023 – Principali novità

Ai fini della redazione dei bilanci 2023:
– sono state riproposte le norme derogatorie che consentono di sospendere gli ammortamenti delle immobilizzazioni e di evitare la svalutazione dei titoli iscritti nell’attivo circolante al valore di mercato;
– non trova applicazione la disciplina sulla “sterilizzazione” delle perdite di capitale;
– occorre applicare la disciplina ordinaria sulla continuità aziendale.
Il nuovo OIC 34 sui ricavi si applica ai bilanci relativi agli esercizi aventi inizio a partire dall’1.1.2024, ma le disposizioni ivi contenute possono essere adottate anticipatamente, laddove compatibili con l’attuale quadro normativo.
Tra le norme di carattere fiscale che producono conseguenze sotto il profilo contabile si segnalano quelle che attengono:
– all’ammortamento dei fabbricati strumentali per le imprese operanti nei settori del commercio di prodotti di consumo al dettaglio;
– alla regolarizzazione delle rimanenze di magazzino;
– all’assegnazione agevolata di beni ai soci.
Con riferimento all’informativa sulle erogazioni pubbliche, è stata introdotta una ulteriore semplificazione per gli aiuti di Stato e gli aiuti de minimis contenuti nel Registro nazionale degli aiuti di Stato.
In previsione dell’applicazione (a partire da 2024) della nuova direttiva 2022/2464/UE, occorre prestare attenzione al reporting di sostenibilità già nella redazione del bilancio 2023.
Ai fini del deposito dei bilanci, continuerà ad applicarsi la versione della tassonomia XBRL PCI 2018-11-04.
Infine, trovano applicazione per la prima volta gli emendamenti ai principi contabili nazionali relativi alle società cooperative.

Contributo per il pagamento di rette di asili nido e forme di assistenza domiciliare – Anno 2024 – Modalità e termini di presentazione delle domande (messaggio INPS 11.3.2024 n. 1024)

L’INPS, con messaggio 11.3.2024 n. 1024, fornisce le istruzioni per presentare le domande per il 2024 finalizzate alla fruizione del bonus asili nido o del contributo per l’utilizzo di forme di supporto presso la propria abitazione in favore di bambini con meno di tre anni affetti da gravi patologie croniche.
Nella domanda per il bonus asili nido occorre in particolare:
– indicare le mensilità tra gennaio e dicembre 2024 relative ai periodi di frequenza scolastica per le quali si intende ottenere il beneficio fino a un massimo di 11 mensilità;
– allegare la documentazione attestante l’avvenuto pagamento delle singole rette (le ricevute potranno essere allegate entro il 31.7.2025).
La domanda va presentata telematicamente attraverso il portale web dell’Istituto o gli Istituti di Patronato.
In caso di ISEE minorenni oltre 40.000 euro, assenza di ISEE minorenni, ISEE con omissioni e/o difformità dei dati del patrimonio mobiliare e/o dei dati reddituali autodichiarati, ISEE discordante, ISEE minorenni non calcolabile, l’importo verrà erogato nella misura minima.
Il contributo, per i nuclei familiari con figli nati nel 2024 successivi al primo di età inferiore a dieci anni con ISEE fino a 40.000 euro, è pari a massimo 3.600 euro.

Imprenditore cancellato dal Registro delle Imprese – Natura dei debiti (App. L’Aquila 11.10.2023)

La Corte d’Appello di L’Aquila 11.10.2023, in tema di ristrutturazione dei debiti del consumatore, evidenzia come sia “necessario che il piano di ristrutturazione riguardi tutte le posizioni debitorie”, prevedendone il soddisfacimento, pure parziale e differenziato.
In tal senso è inammissibile “un accordo” – come quello presentato nella specie – “soltanto con alcuni creditori” (Trib. Pescara 5.7.2022), in contrasto con l’art. 67 co. 2 del DLgs. 14/2019.
In secondo luogo, la Corte si sofferma sul riconoscimento della qualifica di consumatore in capo all’imprenditore cancellato dal Registro delle imprese che presenti una insolvenza promiscua, rappresentata da debiti contratti per il soddisfacimento di esigenze personali e familiari e da debiti contratti nell’esercizio della pregressa attività imprenditoriale cessata e non più svolta.
Si osserva che l’imprenditore cancellato dal Registro delle imprese che presenti una insolvenza composita non è un consumatore; il riconoscimento della qualifica di consumatore può essere argomentata, da una parte, attraverso una interpretazione in chiave soggettiva dell’art. 2 co. 1 lett. e) del DLgs. 14/2019; dall’altra, attraverso un accertamento circa la natura dei debiti – consumeristici – che avrebbero determinato lo stato di “grave squilibrio economico” e, quindi, il sovraindebitamento con prevalenza dei debiti consumeristici rispetto a quelli contratti nell’esercizio della pregressa attività imprenditoriale.

Novità della bozza del DLgs. di riforma della riscossione attuativo della L. 111/2023 (legge delega di riforma fiscale)

In data 11.3.2024 il Consiglio dei Ministri ha approvato, in via preliminare, la bozza di decreto in tema di riscossione delle imposte.
Tra le varie novità si segnalano le seguenti:
– per le domande di dilazione presentate dall’1.1.2025, la possibilità di chiedere, per ciascuna domanda di valore sino a 120.000,00 euro, un massimo di 120 rate mensili (previsto in modo crescente a seconda dell’anno in cui sarà presentata la domanda);
– sempre per le domande presentate dall’1.1.2025, la possibilità di chiedere, per ciascuna domanda di valore sino a 120.000,00 euro dimostrando la difficoltà finanziaria, un massimo di 120 rate mensili, previsto in modo crescente a seconda dell’anno in cui sarà presentata la domanda ma con una diversa intensità (per ciascuna domanda di valore superiore a 120.000,00 euro, la dilazione sarà invece sempre concessa sino a 120 rate mensili previa dimostrazione della difficoltà economica);
– l’approvazione di un futuro decreto ministeriale che individuerà i parametri per dimostrare la difficoltà economica (sostanzialmente, si farà riferimento a quelli già in uso presso gli uffici, ovvero l’indice ISEE e l’indice di liquidità);
– la previsione secondo cui un futuro regolamento dovrà estendere il sistema degli accertamenti esecutivi, tra l’altro, agli avvisi di recupero, agli atti di contestazione delle sanzioni e agli accertamenti/avvisi di liquidazione in tema di imposte d’atto.

Fatturazione elettronica – Servizio di consultazione (provv. Agenzia delle Entrate 8.3.2024 n. 105669)

Con il provv. 8.3.2024 n. 105669 pubblicato il giorno 11.3.2024, l’Agenzia delle Entrate ha previsto che tutti i contribuenti possano avvalersi, senza necessità di preventiva adesione, del servizio di consultazione e acquisizione delle fatture elettroniche e dei loro duplicati informatici. Il “libero accesso” sarà consentito, quindi, non soltanto ai consumatori finali, come previsto dal c.d. DL “Anticipi” (DL. 145/2023), ma anche ai soggetti passivi.
L’Agenzia delle Entrate ricorda che i file delle fatture elettroniche possono essere memorizzati fino al 31 dicembre dell’ottavo anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione di riferimento o fino alla definizione di eventuali giudizi, per finalità di controllo (art. 1 co. 5-bis del DLgs. 127/2015). Non è più necessaria, quindi, la richiesta, ai fini della suddetta memorizzazione, di una preventiva adesione da parte del contribuente al servizio di consultazione (indipendentemente dalla circostanza che agisca in qualità di soggetto passivo).
Un’ulteriore novità contenuta nel provvedimento riguarda la possibilità, per gli enti non commerciali, di registrare, come già avviene per i soggetti passivi IVA, un indirizzo telematico (PEC o codice destinatario) presso cui ricevere le fatture elettroniche.